Ministero condannato, ancora una volta, a pagare gli scatti di anzianità a 36 docenti precari.

Ministero condannato, ancora una volta, a pagare gli scatti di anzianità a 36 docenti precari.

Ministero condannato a pagare gli scatti di anzianità a 36 docenti precari.

bilanciaI Tribunali del Lavoro del Piemonte danno piena ragione all’ANIEF e confermano il pieno diritto dei lavoratori a termine della scuola alla corretta attribuzione degli scatti di anzianità anche durante il periodo di precariato. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Giovanni Rinaldi continuano la loro azione vincente in favore dei nostri iscritti ottenendo ben 36 provvedimenti che confermano a chiare lettere che il CCNL scuola, risultando in contrasto con la normativa comunitaria, deve essere disapplicato.

I Tribunali del Lavoro di Biella, Ivrea e Torino, infatti, accogliendo le richieste dei legali e richiamando l’ormai consolidata giurisprudenza comunitaria, hanno evidenziato come, “la clausola 4 dell’Accordo quadro sul rapporto a tempo determinato recepito dalla direttiva 99/70/CE, di diretta applicazione, impone di riconoscere la anzianità di servizio maturata al personale del comparto scuola assunto con contratti a termine, ai fini della attribuzione della medesima progressione stipendiale prevista per i dipendenti a tempo indeterminato dai CCNL succedutisi nel tempo.

Vanno, conseguentemente, disapplicate le disposizioni dei richiamati CCNL che, prescindendo dalla anzianità maturata, commisurano in ogni caso la retribuzione degli assunti a tempo determinato al trattamento economico iniziale previsto per i dipendenti a tempo indeterminato”.

Il Miur è stato condannato, dunque, a corrispondere ai 36 lavoratori che si sono rivolti con fiducia a noi, tutta l’anzianità di servizio maturata sin dalla data del primo contratto di lavoro a tempo determinato per un totale che supera i 200mila euro tra risarcimento e condanna al pagamento delle spese di soccombenza.

Esprimiamo piena soddisfazione per il risultato ottenuto e ricordiamo a tutti gli interessati che, in attesa che il Miur prenda coscienza dell’illegittimità del suo operato e apporti le dovute modifiche al CCNL di comparto, l’unica strada per ottenere il giusto riconoscimento della propria professionalità acquisita è adire le vie legali.

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