Contestazione d’addebito impropria. Vittoria del docente
Ancora abusi vessatori da parte dei Dirigenti scolastici e ancora una volta una sentenza a favore dei docenti vittime dei medesimi. In provincia di Caltanissetta la Dirigente scolastica scriveva una contestazione di addebito avverso un docente dell’Istituto di istruzione superiore da lei diretto. La contestazione d’addebito si mostrava però debole, troppo generica. L’accusa nei confronti del reo docente era di aver preso la parola intempestivamente e di essersi rivolto alla Dirigente scolastica con un tono tendenzioso, sarcastico, supponente, profferendo una frase offensiva nei confronti del medesimo. La frase non è stata giudicata offensiva, ma frutto evidentemente di sensazioni puramente soggettive che nella Dirigente scolastica hanno creato disappunto e in un altro soggetto non avrebbero destato alcun dissapore. Inoltre non può avere alcuna rilevanza disciplinare inserirsi in un’interlocuzione in corso tra soggetti che si confrontano all’interno di una seduta collegiale e nella quale il Dirigente ha funzione di primus inter pares. Il Prof. adiva, dunque, il giudice del lavoro per difendersi dalla fragile contestazione della Dirigente ottenendo sentenza a lui favorevole. Il giudice ribadiva che la frase ritenuta disonorante è stata piuttosto un’esclamazione, una manifestazione di dissenso al modus procedendi utilizzato, senza che possa cogliersi alcun valore realmente offensivo nei confronti della persona del Dirigente scolastico.Il Miur è stato condannato al pagamento di complessivi 1.500 euro più spese generali. Ancora una volta abbiamo difeso i docenti dalle sopraffazioni di chi utilizza il potere in modo distorto.